Nel mese di marzo Dennis Claudio Tomasi, Business Unit Manager di Teoresi Germany, ha partecipato a due appuntamenti cruciali per il mondo healthcare e dell’innovazione digitale.
A Colonia ha partecipato all’ IDS – International Dental Show, la fiera internazionale di riferimento per il settore dentale. Un evento biennale che riunisce aziende, innovatori e professionisti per presentare e discutere le tecnologie più avanzate nel campo dell’odontoiatria: strumenti digitali per la diagnosi, soluzioni di stampa 3D e piattaforme software per la gestione dei dati clinici.
A Potsdman invece, ha preso parte al Digital Health Innovation Forum organizzato dall’ Hasso Plattner Institute. L’evento ha riunito esperti internazionali, policy maker e rappresentanti del mondo business e accademico per confrontarsi sul futuro della sanità digitale. Tra i temi centrali: l’uso dell’intelligenza artificiale in contesti clinici, la trasformazione tecnologica degli ospedali, la gestione e valorizzazione dei dati sanitari, che oggi rappresentano circa il 30% dei dati generati a livello globale ma che rimangono in gran parte inutilizzati. L’obiettivo dell’approccio multidisciplinare dell’evento è quello di abilitare un ecosistema internazionale in grado di generare valore reale per i pazienti e per la società.
Abbiamo chiesto a Dennis qualche riflessione a freddo.
Quali spunti sono emersi a IDS 2025 sul ruolo delle tecnologie digitali nella trasformazione degli studi dentistici e nella cura dei pazienti?
Negli ultimi cinque anni, l’avanzamento delle tecnologie digitali in ambito odontoiatrico ha migliorato in modo significativo sia i risultati per i pazienti sia l’efficienza degli studi. Strumenti come gli scanner intraorali e i sistemi CAD/CAM hanno aumentato precisione e comfort, permettendo diagnosi più accurate e interventi meno invasivi. La digitalizzazione favorisce anche una comunicazione più efficace con i pazienti, permettendo ai dentisti di avvalersi di rappresentazioni visive intuitive per spiegare in modo più chiaro diagnosi e trattamenti. Dal punto di vista operativo, la digitalizzazione aiuta a ridurre gli errori, automatizzare ii processi, migliorando la gestione delle risorse e la redditività degli studi.
IDS 2025 si è rivelato un contesto efficace per connettersi e scambiare idee con esperti del settore ed espositori?
Durante l’evento ho avuto l’occasione di visitare numerosi stand di aziende con sede in Germania, che hanno offerto spunti preziosi sulle esigenze attuali e sulle sfide dell’ecosistema dentale locale. Oltre a osservare le innovazioni, ho potuto confrontarmi con esperti del settore e decision maker sulle tendenze del mercato e su casi d’uso concreti in cui l’esperienza di Teoresi nella digitalizzazione e nella cybersecurity può generare valore reale.
C’è stato un tema o un intervento che ti ha colpito in particolare al Digital Health Innovation Forum?
Uno dei temi centrali è stato l’enorme volume di dati digitali legati alla salute disponibili a livello globale, in gran parte ancora poco sfruttati. Le cause principali sono la frammentazione dei dati tra Paesi e istituzioni, con sistemi separati e poco interoperabili, e la mancanza di allineamento tra stakeholder in competizione per l’accesso. Inoltre, molti dati sono stati raccolti con finalità cliniche, non sempre in linea con le esigenze della ricerca o dello sviluppo di soluzioni basate su intelligenza artificiale. Di conseguenza, il potenziale informativo è ancora largamente inespresso. Guardando al futuro, digitalizzazione, AI e un quadro normativo più solido saranno fondamentali nei prossimi 5-10 anni per integrare meglio i dati, valorizzarli e trasformare il modo in cui i sistemi sanitari generano conoscenza e offrono cure.
La gestione dei dati sanitari ha rivestito un ruolo centrale nel dibattito: cosa ti porti a casa da questo confronto?
Uno dei temi centrali è stato l’enorme volume di dati digitali legati alla salute disponibili a livello globale, in gran parte ancora poco sfruttati. Le cause principali sono la frammentazione dei dati tra Paesi e istituzioni, con sistemi separati e poco interoperabili, e la mancanza di allineamento tra stakeholder in competizione per l’accesso. Inoltre, molti dati sono stati raccolti con finalità cliniche, non sempre in linea con le esigenze della ricerca o dello sviluppo di soluzioni basate su intelligenza artificiale. Di conseguenza, il potenziale informativo è ancora largamente inespresso. Guardando al futuro, digitalizzazione, AI e un quadro normativo più solido saranno fondamentali nei prossimi 5-10 anni per integrare meglio i dati, valorizzarli e trasformare il modo in cui i sistemi sanitari generano conoscenza e offrono cure.