Le tecnologie immersive stanno rivoluzionando l’apprendimento e il mondo del lavoro, trovando applicazione in ambiti sempre più diversificati. Nella formazione medica, e in particolare nella chirurgia, la Mixed Reality (MR) consente di simulare procedure complesse in ambienti altamente realistici. Il mercato della Extended Reality (XR) è in forte espansione, con una previsione di crescita annua del 32,9% dal 2024 al 2030, come evidenziato da un report di Grand View Research. Questo sviluppo è trainato dall’adozione di tecnologie avanzate in diversi settori, tra cui quello medico, dove aziende come la nostra stanno sviluppando soluzioni innovative per la formazione chirurgica virtuale.
In questo contesto, abbiamo realizzato AR Suture Training, un Proof of Concept (POC) che ha portato allo sviluppo di un sistema di formazione basato sulla realtà aumentata, progettato per migliorare le tecniche di sutura chirurgica in un ambiente immersivo e interattivo. Il progetto è nato da un percorso di tesi e tirocinio aziendale, proposto da Donatella Vecchione e sviluppato da Lorenza Sabatino, con il supporto di Salvatore Dorner. Successivamente, una tesi a cura di Stefania Punzo ha esplorato l’evoluzione della soluzione in realtà virtuale (VR), superando alcuni limiti tecnici e migliorando ulteriormente l’esperienza formativa. Oggi, questo progetto rappresenta un passo avanti nell’integrazione della XR nella formazione medica.
Per saperne di più, abbiamo chiesto a Lorenza Sabatino di raccontarci la sua esperienza.
In che modo l’AR Suture Training migliora la formazione chirurgica?
Grazie all’utilizzo del visore AR “Hololens 2”, i partecipanti possono esercitarsi su un modello virtuale di arto inferiore, ricostruito a partire da scansioni TC reali. La soluzione permette di seguire un percorso strutturato che include incisione, sutura con strumenti chirurgici realistici e feedback immediato, migliorando precisione e sicurezza nella pratica chirurgica.
Quali tecnologie sono state utilizzate per sviluppare il progetto?
L’elemento chiave del progetto è un visore di Mixed Reality, che consente di visualizzare e manipolare il modello anatomico come se fosse reale, con la possibilità di ripetere la procedura tutte le volte necessarie. Per lo sviluppo della piattaforma sono stati utilizzati Unity e Visual Studio, con C# come linguaggio di programmazione principale, garantendo così una grafica avanzata e un’interazione fluida.
Quali sono i principali punti di forza e le possibili criticità di questa soluzione?
Il grande vantaggio è poter esercitarsi senza limiti di tempo, senza rischio e problemi etici e limitando l’utilizzo di risorse costose. I modelli 3D ad alta fedeltà migliorano la precisione, mentre il feedback in tempo reale aiuta a sviluppare la manualità corretta. È una soluzione accessibile e scalabile, che estende la formazione chirurgica oltre i metodi tradizionali. L’unico ostacolo, per ora, è la necessità di dispositivi MR avanzati, che potrebbero non essere alla portata di tutte le strutture.
A che punto siamo oggi?
Abbiamo ricevuto ottimi riscontri, soprattutto a eventi come Medica Fair, e questo conferma il valore del progetto. Per rendere l’esperienza ancora più realistica e intuitiva stiamo valutando nuove integrazioni tecnologiche, come la scansione 3D. Inoltre, stiamo esplorando applicazioni della XR anche in altri settori, come l’aerospaziale, per ampliare le opportunità di utilizzo.
Quali potrebbero essere i prossimi sviluppi?
Oltre alla chirurgia, la XR ha un grande potenziale nella telemedicina, nella radiologia interventistica e nella riabilitazione. Stiamo studiando come integrarla negli ospedali digitalizzati, nel settore automotive e persino nell’agricoltura. Non è solo una tecnologia per la formazione in medicina: potrebbe cambiare il modo in cui apprendiamo e lavoriamo in tantissimi ambiti diversi.